Aerobico o anaerobico. quale mix?

APRILE 2023

Hai mai pensato all’importanza di come allenarti per raggiungere un fisico più tonico e un metabolismo muscolare più attivo?

Un approccio mirato al training in palestra comporta una corretta valutazione nel tempo di come aumentare il valore di sopportazione dello stress muscolare indotto dall’allenamento con i pesi, parliamo di soglia anaerobica (con i pesi) e acido lattico, quindi del livello di fatica sopportabile durante il proprio training per renderlo proficuo a livello estetico. Se l’obiettivo è quello di migliorare la propria qualità muscolare e ridurre il grasso allora è di fondamentale importanza sapere COME ALLENARSI.

Per soglia anaerobica o soglia del lattato si intende il momento in cui il metabolismo di un soggetto che sta compiendo un esercizio muscolare intenso, inizia a produrre più acido lattico di quanto non sia in grado di smaltirne. Da questo momento in avanti, l’acido lattico si accumula sia nei muscoli che nel sangue. In conseguenza di questo accumulo, il soggetto non è più in grado di proseguire l’esercizio sia per i crampi che per la mancanza di energia e deve quindi ridurre l’intensità (rallentare). Si tratta di un parametro molto usato in medicina dello sport perché è opinione di molti esperti che per migliorare le proprie capacità un atleta debba allenarsi ad intensità prossime o poco superiori alla soglia dell’acido lattico.

Il livello di stress sopportabile può essere migliorato con il passare dei mesi se nell’allenamento, i tempi di fatica tendono ad aumentare senza per forza andare ad aumentare il numero di ripetizioni effettuate. Questo si può ottenere grazie a tecniche di intensità (movimenti rallentati, contrazioni isometri-che) che permettono di elevare i tempi di stress muscolare. In un approccio di endurance prolungato e di intensità elevate, il nostro organismo rilascia acido lattico gradualmente ma in grande eccesso, portandoci a un livello tale che risulta impossibile riutilizzarlo come fonte di energia e quindi predisponendo la struttura fisica ad un rischio di aumento dell’infiammazione, ove non vi sia un’adeguata preparazione preliminare. Quello che è stato meno approfondito è come gestire la capacità di aumento di sopportazione del lattato su un soggetto che esprime il suo training aumentando i tempi sotto tensione con movimenti spesso rallentati o con tenute isometriche.
Aumentare ciclicamente i tempi di affaticamento migliora la soglia lattacida cosi da permetterci di creare una migliore condizione di sopportazione dello stress muscolare. Lavorare con una strategia mirata al miglioramento della microcircolazione permette nella donna di levigare le gambe e ridurre costantemente la ritenzione idrica e la cellulite attraverso un continuo ‘massaggio dall’interno indotto dall’allenamento.

Un aspetto di sicuro interesse è il miglioramento della soglia di ‘sopportazione’ metabolica indotta da quote di zuccheri complessi incrementali ovvero gestire un aumento strategico delle calorie assunte combinandole con il livello di stress muscolare del training. Specializzandomi su donne di una fascia di età 30/55 ho potuto constatare come, a livello estetico, la riformulazione fisica indotta dalla riduzione di grasso e l’aumento della densità muscolare siano in relazione al biotipo del soggetto per raggiungere la migliore condizione possibile. Tra questi, particolarmente adatto è il tipo costituzionale “ananas” definito dalla medicina di se-gnale, in cui l’incremento muscolare è più facile.
Ma anche di fronte a un “sedano” o a un “coco-mero” (ipercortisolico) non bisogna arrendersi. Il luogo comune del solo ‘camminare’ per dimagrire è riduttivo. Non considera due fattori fondamentali. In primis il fattore di cosa vado a ridurre perdendo peso ovvero, un’attività solo aerobica portata all’estremo e senza un apporto calorico e proteico adeguato può portare la struttura fisica a perdere grasso e muscoli in egual misura.
Da questo deriva che sottoponendo ad una gestione strategica circa 10.000 donne in dieci anni di carriera il filo conduttore comune è stato quello di riuscire a NON tagliare le calorie per dimagrire, anzi.
I risultati ottenuti sono frutto di un attento e costante lavoro volto a migliorare la capacità di sopportazione dello stress muscolare indotto da un training anaerobico alattacido combinato con una gestione ottimale delle calorie assunte cosi da ottenere una muscolatura compatta ed una riduzione del grasso corporeo costante.

L’allenamento diventa quindi uno strumento ottimale per favorire una struttura fisica che mantenga e migliori le masse muscolari sfruttando al meglio l’approccio della dieta per ridurre il grasso corporeo. Tale training va a sollecitare le diverse tipologie di fibre muscolari, dalla fibra bianca esplosiva di grande diametro ma poco frequente nel muscolo fino alla fibra rossa di piccolo diametro e molto frequente nel distretto interessato. Non solo questo induce un aumento del dispendio calorico a riposo ma porta a livello estetico un’otti-male densità della muscolatura mettendo in risalto le aree lavorate ed ottenendo un cambio di proporzioni ottimale. La strada dell’approccio anaerobico alattacido richiede un tempo variabile che a seconda dell’età, della struttura e dell’esperienza del soggetto, cambia di continuo. Per questo un giusto modus operandi è quello di virare costantemente ogni sei settimane approccio cambiando sollecitazioni, angolazioni, tecniche di affaticamento, frequenza di allenamento. Questo per apprezzare risultati superiori e non dare mai dei punti di riferimento alla muscolatura evitando stalli pericolosi e mantenendo sempre alta la soglia di affaticamento muscolare ottenuta.

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