IL MESE DELLA PREVENZIONE CONTRO IL TUMORE AL SENO

Anche quest’anno Ottobre si tinge di ROSA.
Fusco Fitness e Komen Italia​ insieme per fermare la corsa del tumore al seno
e riaccendere il motore della prevenzione.
Nel primo semestre del 2019, l’emergenza Covid-19 ha rallentato l’ordinaria attività sanitaria, con essa tutte le attività di screening, raggiungendo circa 2000 diagnosi di tumore al seno in meno, rispetto all’anno precedente, dato destinato ad aumentare, con probabile peggioramento della prognosi, necessità di maggiori risorse per le cure e minori probabilità di guarigione.

COS’È IL TUMORE AL SENO?

Il tumore al seno (o carcinoma mammario o tumore della mammella) è una patologia dovuta alla trasformazione e moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria.

È la neoplasia più comune nelle donne:
rappresenta il 29% di tutte le patologie tumorali femminili,
l’1% di quelle maschili.
In Italia colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita,
ed è la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile.
Nel 2019 i nuovi casi di carcinomi della mammella stimati in Italia sono stati 53.200.

IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE

Prognosi e trattamento sono enormemente influenzati dallo stadio in cui la neoplasia si trova al momento della diagnosi.
La sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi di tumore della mammella è pari all’87%, ma si può fare di più: un’adeguata diagnosi precoce può fare la differenza, permettendo di intervenire in uno stadio non avanzato della patologia.

CORRI ANCHE TU, PIÙ FORTE DEL TUMORE.

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COSA FARE?

Autopalpazione periodica del seno, visita clinica annuale ed eventuale ecografia su indicazione medica prima dei 40 anni, mammografia (eventualmente associata ad ecografia) con cadenza annuale dopo i 40 anni, mammografia (eventualmente associata ad ecografia) con cadenza annuale dopo i 40 anni.

Conoscere il grado di avanzamento della patologia, in termini di dimensione della massa, interessamento linfonodale e presenza di metastasi, nonché le caratteristiche o il grado di differenziazione delle cellule tumorali prelevate in sede di biopsia, permette di stabilire l’opzione terapeutica più appropriata.

FATTORI DI RISCHIO:

FONTI:

●  ETÀ: l’incidenza della patologia aumenta nel corso della vita. Il 75% dei casi si presentano in donne con età maggiore ai 50 anni.

●  FAMILIARITÀ: il rischio di carcinoma della mammella aumenta proporzionalmente al n°di parenti di 1° grado (madre, sorella, figlia) affetti dalla stessa patologia. Circa il 15% delle donne con diagnosi positiva ha un parente di 1° grado affetto.

●  FATTORI GENETICI: alterazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 sono responsabili di più dell’80% dei tumori del seno (ma anche di ovaio, mammella maschile, tube di Falloppio, etc).

●  DENSITÀ DELLA MAMMELLA: l’elevata densità della mammella alla mammografia, correlata a giovane età, esposizione ormonale e familiarità, sembra rappresentare un fattore di rischio ed è quindi condizione da monitorare. Al contrario, la presenza di cisti e fibroadenomi non risultano essere direttamente correlate.

●  ESPOSIZIONE AGLI ESTROGENI: un’eccessiva esposizione agli estrogeni (gli ormoni femminili per eccellenza), aumenta il rischio di comparsa del cancro al seno. Da ciò ne consegue che qualsiasi fattore che ne aumenti l’esposizione (ad es. terapia ormonale sostitutiva Post Menopausa), facilita la comparsa della malattia. Al contrario, le condizioni che ne riducono la presenza (ad es., lo stato di gravidanza), sembrano esercitare un effetto “protettivo”. Allo stesso modo, fattori negativi non modificabili sono rappresentati da un menarca precoce e una menopausa tardiva.

●  ATTIVITÀ FISICA: sembra avere un minimo effetto protettivo, maggiore nelle donne in pre-menopausa, non obese, e che abbiano portato a termine gravidanze.

●  DIETA

●  OBESITÀ: L’obesità sembra aumentare il rischio nelle donne in menopausa, probabilmente dovuto alla sintesi di estrogeni da parte delle cellule dei depositi di tessuto adiposo.

●  ALLATTAMENTO AL SENO: l’allattamento al seno riduce il tempo di esposizione agli estrogeni, blocca l’ovulazione e sembra favorire lo sviluppo e la differenziazione terminale delle cellule luminali. Un allattamento più frequente e duraturo riduce l’incidenza della patologia. Nelle donne che, per scelta e possibilità, praticano l allattamento al seno, il rischio di sviluppo del tumore è ridotto del 4,3% per ogni anno di allattamento.

●  FATTORI AMBIENTALI: esposizione a radiazioni ionizzanti che aumentano il rischio di trasformazione cellulare verso la malignità.

www.airc.it
www.fondazioneveronesi.it

RobbinseCotran-“Lebasipatologichedellemalattie-Patologiagenerale”,​V.Kumar​,A​ bulK. Abbas​, ​Jon C. Aster​, Giugno 2010, edizione ​V. Kumar​.page2image66315840page2image66315648

www.salute.gov.it